Sai quei
racconti che iniziano male e finiscono bene? Ecco, nella realtà non esistono. Per
una cosa che va bene cento vanno male o, al massimo, ne vanno storte solo due. Io
penso che in ogni universo parallelo ci sia sì una cosa che va bene e una che
va male, ma per ogni fatto o persona incontrata il risultato sarà diverso. Quindi,
ora mi viene da pensare che esiste un universo in cui Frodo non è mai arrivato
al Monte Fato, uno in cui Lucia non sposa Renzo che invece inizia a darsi alla pazza
gioia. Forse anche uno in cui tutte le persone che ho fatto stare male se la
stanno godendo. Chissà cosa dovrei fare per rendere il mio universo più
somigliante a quello. Magari, come in The Butterfly Effect, non sarei mai
dovuta entrare nelle loro vite, ma facendo così la mia esistenza sarebbe stata
molto, troppo povera. Ho iniziato
a scrivere per chiedere scusa. Scusate se sono entrata nella vostra vita e ora
cerco di rimediare con un “guarda il lato positivo, può essere che in un
universo parallelo tu te la stia spassando”. Non regge, eh? Me ne sono accorta.
Certe volte, con il pretesto di fare del bene agli altri, altro non facciamo
che ridurre in brandelli il poco di buono che ancora gli era rimasto, così da costringere milioni di persone a rinchiudersi in torri d’avorio dalle quali mai
usciranno e, anche se gli si presentasse il principe azzurro o la principessa
rosa, non gli darebbero una chance per paura di ritrovarsi di nuovo a leccarsi
le ferite. Anni e anni passano in questo modo. È una visione straziante. Soprattutto
se a queste persone augureresti, tu artefice delle loro ferite, ogni più grande
bene. Se siete là fuori e state leggendo vi assicuro che non avrei mai
voluto farvi costruire quella torre, anche se a pensarci bene mi ricorda molto
Isengard.
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