venerdì 16 settembre 2011

No Title


Sai quei racconti che iniziano male e finiscono bene? Ecco, nella realtà non esistono. Per una cosa che va bene cento vanno male o, al massimo, ne vanno storte solo due. Io penso che in ogni universo parallelo ci sia sì una cosa che va bene e una che va male, ma per ogni fatto o persona incontrata il risultato sarà diverso. Quindi, ora mi viene da pensare che esiste un universo in cui Frodo non è mai arrivato al Monte Fato, uno in cui Lucia non sposa Renzo che invece inizia a darsi alla pazza gioia. Forse anche uno in cui tutte le persone che ho fatto stare male se la stanno godendo. Chissà cosa dovrei fare per rendere il mio universo più somigliante a quello. Magari, come in The Butterfly Effect, non sarei mai dovuta entrare nelle loro vite, ma facendo così la mia esistenza sarebbe stata molto, troppo povera. Ho iniziato a scrivere per chiedere scusa. Scusate se sono entrata nella vostra vita e ora cerco di rimediare con un “guarda il lato positivo, può essere che in un universo parallelo tu te la stia spassando”. Non regge, eh? Me ne sono accorta. Certe volte, con il pretesto di fare del bene agli altri, altro non facciamo che ridurre in brandelli il poco di buono che ancora gli era rimasto, così da costringere milioni di persone a rinchiudersi in torri d’avorio dalle quali mai usciranno e, anche se gli si presentasse il principe azzurro o la principessa rosa, non gli darebbero una chance per paura di ritrovarsi di nuovo a leccarsi le ferite. Anni e anni passano in questo modo. È una visione straziante. Soprattutto se a queste persone augureresti, tu artefice delle loro ferite, ogni più grande bene. Se siete là fuori e state leggendo vi assicuro che non avrei mai voluto farvi costruire quella torre, anche se a pensarci bene mi ricorda molto Isengard.

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