martedì 31 maggio 2011

Il plumbeo cielo di Parma


In teoria ora dovrei scrivere qualcosa di veramente intelligente e poco politicamente corretto. Guardo fuori e il plumbeo cielo parmense non dà alcuna ispirazione, sembra tenga avidamente ogni idea per sé. Dovrei avere voglia di rimettermi in gioco come se fosse ancora la prima volta che scrivo. Dovrei finalmente scrivere ciò che tutti stanno pensando da ieri. Sinceramente non ne ho voglia. Sarà il plumbeo cielo parmense, saranno i soliti bambini tanto simpatici che giocano a qualcosa di sconosciuto (ma particolarmente rumoroso) nel cortile sotto la mia finestra, sarà la bruciatura che mi sono procurata domenica al Trebbia, ma io non trovo la voglia di scrivere. Sarà che mi manca il confronto diretto con le persone e quindi non saprei bene per chi scrivere. 

L'idea principale da cui sarei dovuta partire era l'ondata di bandiere arancioni (e non solo) che si sono viste ieri nelle piazze più importanti, e non, d'Italia dopo l'esito delle amministrative. Poi avrei aggiunto un contorno d’informazioni utili, alcuni post-it per ricordare ai politici dalla lingua lunga e il grande ottimismo le promesse fatte (tra cui le lesioni corporee preannunciate in caso di sconfitta), un pizzico di sano sarcasmo per i vinti e un breve prognostico di quello che mi aspetto accada nei prossimi giorni o anni. Chissà, magari sarei stata anche un po' pessimista, anche se non è da me. Sarà il plumbeo cielo parmense a impedirmi di scrivere o mettere insieme questi pensieri o sarà piuttosto la grande attesa che si è creata in me, quel bisogno di vedere nei fatti il cambiamento di cui tutti parlano. Ho bisogno di un finale ad effetto, come nei film. Nelle migliori pellicole alla fine tutto va nel migliore dei modi e se prima c'erano dei problemi, poi si trovano, quasi dal nulla, le soluzioni. Un po' come nelle commedie di Shakespeare, in cui ogni problema o personaggio diventa un tassello del grande puzzle e, prima che cali il sipario, si colloca al posto giusto.

Probabilmente domani sarà "un altro giorno" e mi verrà voglia di mettere nero su bianco tutto questo. Forse, però, sarà troppo tardi: in questi casi è molto importante anche il tempismo. In politica tutto cambia per restare uguale.

sabato 21 maggio 2011

La battaglia per Milano

Per il prossimo weekend si prevede il ritorno alle urne per le città di Napoli e Milano e la guerra si inasprisce sempre di più. Si continua a non tener conto del buon gusto o del rispetto per l'avversario, si continua a gettare fango sul rivale fregandosene delle regole che esistono a riguardo. In fondo siamo in guerra, no? Perchè il nostro Presidente del Consiglio dovrebbe interessarsi della par condicio, per esempio? In effetti lui la tira fuori solo quando gli fa comodo (vedi Annozero, Ballarò, Parla con me,...), ma se è lui il primo ad essere nei guai non guarda in faccia a niente e a nessuno e prepara un videomessaggio, perchè di questo si parla, ad hoc per tutti i suoi telegiornali preferiti. Vorrei ricordare che i videomessaggi solitamente si mandano in onda solo in casi eccezionali e solo in veste ufficiale, non per propaganda, come in questo caso. 

Il contenuto è sempre lo stesso per tutte e cinque le interviste a cui dei “giornalisti” assistono con il foglio delle domande prestabilite in mano: "non possiamo lasciare Milano in mano agli estremisti", "Pisapia alzerà le tasse", "Pisapia costruirà le moschee e lascerà i rom liberi di stabilirsi dove credono",... Sempre le stesse frasi e nulla di nuovo. Tutta critica e nessuna argomentazione. Tra l'altro è divertente informarsi a riguardo ognuna di queste asserzioni perchè vien facile rendersi conto delle menzogne che ci vengono propinate a riguardo. 

Iniziando con il cosiddetto estremismo di Pisapia, che risale a venti anni fa, quando militava sotto la bandiera del Comunismo. Ne è passato di tempo da allora, talmente tanto che persino quelli che ora sono al PdL ricordano con una certa malinconia i bei tempi passati ad appoggiare la bandiera nera e non sappiamo neppure se questi tempi sono effettivamente già finiti. Sappiamo, in ogni caso, che è possibile che Berlusconi si riferisse ai simboli che si son visti per le strade di Milano il pomeriggio di lunedì, dopo i risultati delle amministrative. Non capisco perchè Pisapia dovrebbe essere il principale colpevole dei colori di cui si vestono le persone che l'hanno votato. Il suo programma non si presenta così estremista come dicono, anzi. 

"Pisapia alzerà le tasse". Questo è lo slogan utilizzato da B. fin dalla notte dei tempi contro la sinistra, ogni scusa è buona per rispolverarlo. Eppure tutti i servizi che ci vengono messi a disposizione dai comuni o dallo Stato sono garantiti dalle tasse. Se non ci fossero queste, non ci sarebbero neanche gli stipendi per una gran parte di noi o per ciò che ci sta a cuore. In molti casi si misura il progresso di un paese proprio dallo stato in cui versano i suoi servizi al cittadino, non dimentichiamocelo.

A chi dice che questo candidato di centrosinistra punta a costruire luoghi di culto soprattutto per l’Islam o a dare i diritti necessari ai nomadi per insediarsi dove preferiscono, rispondo dicendo che un PGT che garantisce queste libertà già esiste. Fu votato nel lontano 2010 dalla maggioranza del Comune di Milano, proprio sotto il Sindaco Moratti. Questo piano prevede la “garanzia di luoghi di culto per tutte le religioni rappresentate in città, di ogni culto”. Ieri Pisapia ha risposto alle accuse infondate mosse contro di lui in questo modo: “Mi accusano di voler prevedere una struttura multiculturale e multietnica dicendo che comporterebbe decine di moschee, la zingaropoli; ma dovrebbero considerare quanta credibilità ha questa affermazione. Bossi e tanti elettori della Lega non sanno che il centro multiculturale è già previsto dal piano di governo del territorio approvato dal centrodestra”. Direi che come replica possa bastare al suo scopo.

Nell’ultimo mese o più le opinioni riguardanti il possibile nuovo Sindaco del capoluogo lombardo sono state varie e contrastanti, le campagne e le accuse mosse contro di lui le più svariate, ma sempre ne è uscito indenne. È la prima volta che succede e forse è il segno che qualcosa può ancora cambiare.


Per approfondire: 
Le cento campagne della destra a Milano - Il Fatto Quotidiano


Ora per tutti Pisapia è una brava persona 


Moschee e aree di sosta per i rom 


I messaggi di Berlusconi 


Il gioco sporco ora lo fa Bossi 

lunedì 16 maggio 2011

I Voti Definitivi

L'Italia ha finalmente avuto la possibilità di dire la sua. Dopo mesi, i politici e giornalisti che cercavano di entrare nella mente degli elettori, sono rimasti senza parole e anche un po' spiazzati. La prova di questa mia affermazione sono state le immagini in diretta su la7 che, partendo da Bersani, passando per Bocchino, fino a Di Pietro hanno messo in risalto un leader del centrosinistra confuso, un esponente del Terzo Polo che sogghignava della sconfitta degli acerrimi nemici e un ex magistrato decisamente euforico e incline alla festa (almeno lui). Tutti questi sono quelli che ne sono usciti a testa alta. Non per tutti è giorno di festa, però: il sindaco Moratti non ha il coraggio di uscire dal suo ufficio e gli esponenti della Lega, che dovevano presentarsi alle sei per incontrare i sostenitori, non si sono fatti vedere. Tutti rimandano le interviste a dopo il fantomatico arrivo dei risultati definitivi. Come se cambiasse qualcosa.
Tra due settimane si vedrà il ballottaggio che alcuni avevano già preannunciato e che altri temevano: Milano. è possibile che i voti che fino ad ora erano andati alle minoranze del Terzo Polo o del Movimento Cinque Stelle possano confluire in varia misura a favore del candidato PD. Sarebbe la rivoluzione, la conferma del grande cambiamento non solo della città, ma dell'intera nazione. La fine dell'Era Berlusconi.
Spostandoci verso le altre città importanti sappiamo che il nuovo sindaco di Torino sarà sicuramente Fassino, per Napoli si andrà al ballottaggio e per Bologna non si è ancora certi.

Sempre a proposito dello speciale del tg la7 di Enrico Mentana mi è capitato di notare che non era presente neppure una donna in studio, esclusa Geppi Cucciari. Un po' triste come situazione.

sabato 14 maggio 2011

Io ho paura dei berlusconiani

Io ho paura dei berlusconiani, non tanto di Berlusconi in sé.
Berlusconi non sarebbe altro che un vecchietto delirante se non avesse al suo seguito una schiera di pazzi senza facoltà di giudizio, che lo assecondano nelle sue barzellette. La sua forza è tutta basata sulla sconsiderata devozione di molti, che vedono e credono in tutto ciò che leggono. Dei moderni San Tommaso insomma. Certi di loro, forse, non sanno che non si può sempre sentir cantare una sola campana (la solita, tra l’altro), ma seguitano a credere come fessi a tutto ciò che gli vien detto. Non penso assolutamente che tutte queste persone siano stupide, forse alcune, ma non tutte. Taluni vedono nel nostro primo ministro ciò che vorrebbero essere loro un giorno (il tipico modello di Lupin III all’italiana che tutti noi, nel profondo, adoriamo), gli altri (quelli che mi spaventano) non si informano, non si interessano, ma militano, come stolti, a testa bassa e guidati da un fanatismo pressoché incondizionato; ed èchiaro che nella scena politica, se così possiamo chiamarla, odierna trovano i loro guru: Santanchè, Brambilla, Alfano, Gelmini, La Russa, Frattini, Moratti…
Di quest’ultima mi preme particolarmente parlare. È nei guai. Guai seri. Non sa più cosa fare. Sappiamo benissimo che è sindaco uscente di Milano e di nuovo candidata per le amministrative di questo fine settimana. Quello che non sappiamo è se davvero verrà rieletta. Le sta proprio provando tutte: un metodo insegnato (e collaudato) da B. è quello di fare della pessima politica, come al solito spargendo calunnie sull’avversario, poi ci sono i grandi progetti pubblicitari (ne sanno qualcosa gli utenti di youtube o i cittadini milanesi), ma ci voleva anche l’arrivo del Capo per far capire in che pasticci si trovi questa povera donna.
Ciò che mi sorprende è che i suoi avversari non sono neanche questi squali paurosi: il candidato PD, già essendo del PD, non fa alcuna paura, il candidato del Terzo Polo suppongo non verrà neanche preso in considerazione dai più, i comunisti e i pensionati non sono che una piccola percentuale che resterà inascoltata e quello che (forse) potrebbe fare più paura è il prescelto del movimento Cinque Stelle. Ricapitoliamo: lo scontro,  mi pare di notare, è tra centrodestra (Moratti), centrosinistra (Pisapia) e movimento Cinque Stelle (Calise). Per essere così scoraggiato l’attuale sindaco deve averle fatte grosse nell’ultimo mandato.
Talmente grosse che neppure il sottosegretario al Presidente del Consiglio Santanchè sa più come difenderla (ad Annozero ha unicamente detto a ripetizione che Pisapia è “un terrorista amico di terroristi che andava in giro con l’eskimo e le Molotov nelle tasche”). Talmente grosse che la Lega prende le distanze da lei. Talmente grosse che persino Casini candida uno dei suoi. Talmente grosse che oramai tutti danno il PdL per spacciato perché Milano è il terreno di prova di tutta la politica nazionale.
La Moratti si autoproclama moderata, ma tutti coloro che le stanno attorno ribattono dicendo che il suo partito, nato come moderato, è, a questo punto, diventato il più estremista.
Nel momento in cui è Bossi a dire di darsi una calmata o è proprio lui a risultare il moderato della situazione… io ho paura dei berlusconiani.